Sunday, May 27, 2012

Facebook, Washington e operazioni segrete: il lato oscuro del social network

L?argomento ? spinoso. Quantomeno delicato e controverso. La tesi, tutta da dimostrare, circola strisciante da tempo nei siti internazionali di controinformazione. Quelli che, per capirci, fanno delle cospirazioni tramate dal ?Sistema? l?unica verit? storica ammissibile. Vale la pena parlarne, ma con i giusti piedi di piombo.

La storia. Siria, marzo 2011. Durante gli scontri della Primavera Araba che infiammano il Medio Oriente, nel Paese scoppiano sanguinose rivolte contro il regime del presidente Bashar al-Assad. Gli oppositori reclamano diritti democratici. Il regime risponde con la forza contro i ribelli che si organizzano in gruppi armati. Secondo le Nazioni Unite, dall?inizio della rivolta, i morti, nella quasi totalit? civili, sono pi? di undicimila.

Veniamo alla cospirazione. Facebook sarebbe direttamente coinvolto nei piani di Washington per rovesciare il governo siriano. Le modalit? collaborative semplici e discrete. Tolleranza alla presenza sul social network di gruppi definiti ?terroristici? che condividono sulla piattaforma di Zuckerberg nomi, foto, indirizzi e dettagli sulle abitudini di vita di alcuni personaggi scomodi che appoggiano il regime di Assad. Spesso si traducono in vere e proprie sentenze di condanna a morte, materialmente eseguite utilizzando quel genere di informazioni.

Il Governo siriano avrebbe reclamato pi? volte la cancellazione di tali gruppi che metterebbero a rischio la vita di centinaia di persone. Le rogatorie internazionali per la rimozione dei dati dai sever di Palo Alto appaiono complesse e senza esito. Da Damasco accusano, nessuna risposta da Facebook. La CIA e l?NSA che monitorano costantemente il social network chiudono un occhio e lasciano correre per un mero calcolo utilitaristico d?interesse nazionale. I rapporti tra Stati Uniti e Siria, di certo, non brillano. Il risultato ? che tali gruppi continuano a rimanere attivi con tutte le conseguenze del caso.

Dicevo all?inizio, andiamoci coi piedi di piombo. La storia ? tutta da dimostrare. Per evitare facili fraintendimenti, per chi non conoscesse un minimo la faccenda, c?? da sottolineare che il governo Siriano non scherza. Sta reprimendo in un bagno di sangue l?esasperazione di un popolo. La democrazia spazzata via con le armi e piegata alla logica di regime.

Non voglio addentrarmi in questo discorso. Provate per? ad applicare la stessa logica di sopra ad un qualsiasi altro contesto. Immaginate, se tutto questo fosse vero, quali potrebbero essere gli impatti su scala globale dall?utilizzo distorto di Facebook.

La considerazione ? semplice. Tutti i dati condivisi sul social network sono di propriet? di Palo Alto. Per la propriet? transitiva, sono di diretto accesso da parte dello Stato sovrano, gli Stati Uniti.

Se davvero esistesse una connivenza non dichiarata con le agenzie governative come CIA, NSA, FBI nella gestione arbitraria di alcune informazioni per scopi d?interesse nazionale (non necessariamente in linea con quelli di altri Paesi) gli Stati Uniti avrebbero tra le mani il pi? prezioso archivio che la storia gli abbia mai regalato.

Magari ? solo la trama non troppo riuscita di un romanzo ispirato ai best sellers di Robert Ludlum. Ma Zuckerberg e company dovrebbero rifletterci. Sempre se, la cosa, non gli sia gi? sfuggita di mano.

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